Visi, libri e Golden Globes
Riflessioni sull'abitudine ai volti perfetti: e se la personalità fosse in quello che ci sembra imperfetto?
Confessione: dovete sapere che il post della scorsa settimana, quello che è uscito il 6 gennaio, l’ho programmato prima dell’inizio della pausa natalizia e questo per due motivi. Il primo è che sapevo che, durante le vacanze di Natale, a malapena avrei avuto modo di leggere le notifiche via mail, figuriamoci aprire il computer e scrivere con calma. Il secondo è che, in questi momenti dell’anno, sento il bisogno di staccare. Staccare davvero: non ho voglia di leggere contenuti on line se non sporadicamente, preferisco dedicarmi ad un buon libro e soprattutto approfitto del tempo a disposizione per cercare di godere della compagnia della mia famiglia (anche se, come tutte le mamme, non vedevo l’ora che le scuole riaprissero il 7 gennaio 😂).
In queste settimane, quindi, mi sono dedicata alla lettura. In particolare, sto leggendo un bel libro di Riccardo Falcinelli, Visus (consiglio caldamente la lettura dei suoi Cromorama e Figure: se amate tutto quello che ha a che fare con la grafica e l’arte nel suo significato più lato sono libri da avere, a mio parere).
Visus in particolare è molto interessante perché si focalizza proprio sulla percezione del viso nel corso dei millenni, dalle prime rappresentazioni su qualunque tipo di materiale, fino al selfie moderno. Falcinelli indaga e spiega, in modo molto accessibile, come sia cambiato il modo che abbiamo di rappresentare e di percepire proprio il volto nostro e altrui e di come questo modo sia figlio di una serie di sovrastrutture e condizionamenti sociali e culturali che si sono accumulati nei secoli e che noi diamo per scontati. Quando mi dedico a questo genere di letture, cerco sempre di trarne qualche insegnamento che possa essermi utile nel mio lavoro e che possa condividere con le mie ragazze. Ecco quindi la mia riflessione finché vado avanti nelle pagine.
Tutti siamo abituati a guardare visi. Viviamo in un’epoca in cui i visi sono dovunque e appartengono a qualunque natura ed età. Siamo assuefatti ai visi… e pensare che c’è stata un’epoca in cui si poteva arrivare alla morte senza mai essersi guardati in faccia (incredibile, ma vero). Dove voglio arrivare? Al fatto che siamo arrivati all’estremo opposto. Siamo talmente abituati a guardare visi, che l’occhio spesso ci cade solo sulla sua perfezione estetica, dimenticando che in realtà quello che fa la differenza sono i tratti unici, quelli che aggiungono personalità. Mi ha fatto molto riflettere il passaggio in cui si l’autore spiegava le tecniche che venivano (e vengono anche oggi usate, solo che con mezzi tecnologici) per rendere un viso più “bello”: riassumendo all’osso, si tratta di tecniche di semplificazione, per levigare la pelle e rendere i tratti più simmetrici. Quello che, banalmente, fanno i filtri.
Quando, passeggiando, anche in questi giorni di festa, vedo tutte le ragazzine con gli stessi capelli lisci e lo stesso rossetto, le ragazze della mia età (suvvia, fatemi sentire ragazza per un altro po’) con la stessa piega mossa e un make up analogo, penso: lo fanno perché si piacciono, o per un bisogno di appartenenza? Detto che probabilmente le due cose vanno insieme e che io stessa, sotto le feste, mi sono fatta la piega mossa.
Agli antipodi di questo, ho dato uno sguardo (veramente veloce) ai Golden Globe e, come sempre, sono rimasta colpita dai visi che io definisco “senza paura”: paura di invecchiare, paura del giudizio, paura dei flash. In particolare, mi sono piaciute (come sempre, del resto), Tilda Swinton, Kate Winslet e Zendaya. Donne diversissime, generazioni diverse, stili molto personali, ciascuna a proprio modo. Di Kate Winslet ho già avuto modo di parlare in questo post, che vi lascio se avete voglia di rileggervelo ⬇️
Tilda Swinton è un mio grandissimo amore da sempre, perché davvero è una donna che non ha paura di osare in fatto di look. Ha un viso particolarissimo e, invece di cercare di renderlo più pieno, più simmetrico, più “semplice” (pensate a quello che hanno combinato Nicole Kidman o la premiata Demi Moore…), lo ha reso il suo carattere distintivo: capello corto, taglio fuori dagli schemi, trucco chiarissimo con rossetto pop. Sarò onesta: non ho amato particolarmente l’abito di questi Golden Globes, perché, in generale, Chanel sui red carpet non mi fa proprio strappare i capelli. Lei resta comunque un’icona.
Questa qui sotto è lei a Cannes 2022… parliamone!
Per completezza d’informazione, vi lascio anche il look di Kate Winslet, anche qui, non un abito stellare, ma un viso che non ha pura di nulla, soprattutto del tempo che passa:
(crediti della foto sopra qui)
Zendaya, tra le dive delle nuove generazioni (mamma mia come mi sento vecchia!!!) mi è sempre piaciuta molto, perché, anche complice il lavoro del suo stylist Law Roach, ha davvero uno stile personale, con cui naviga con disinvoltura tra epoche e generi completamente diversi. Nota: non ha una dentatura perfetta, alla Hollywood style, per capirsi, e la lascia così com’è… e io credo che sia uno dei suoi tratti più peculiari e più distintivi.
A loro tre, per quanto riguarda questi Golden Globes, aggiungo Emma Stone, per aver osato con un taglio davvero corto, sembra, in omaggio a Mia Farrow: per un’attrice che siamo abituati a vedere solo con tagli lunghi e femminili, lo trovo coraggioso! E devo dire che anche l’abito mi è piaciuto.
Quindi, ricapitolando: cosa capiamo da questi visi? Che la bellezza sta proprio in quello che non viene piallato, stirato, gonfiato e levigato. E se un fondotinta ci permette di essere più simmetriche e di vederci meglio, e non c’è nulla di male, la ricerca di una perfezione troppo artefatta ci porta, secondo me, troppo lontano dalla ricerca di ciò che davvero siamo, di quello che vogliamo esprimere della nostra personalità, senza condizionamenti esterni.
Abbiamo la fortuna di poterci guardare allo specchio: usiamolo per cercare ciò che ci rende unici, per evidenziare quello che ci rende diversi dagli altri, che fa uscire il nostro carattere, la nostra personalità. È anche con il nostro viso che comunichiamo: usiamo anche questo mezzo al 100% delle possibilità che Madre Natura gli ha regalato.
Cara Angela, sei sempre esaustiva e genuina!! Rimani così!!! La tua fra le prime ragazze a credere in te!!!!
Carissima! Perfettamente d'accordo con te...non si dice sempre che siamo unici e che la nostra unicità è la nostra bellezza?
Bacione