Lusso e fast fashion: di chi ci possiamo fidare?
Le recenti inchieste comparse in rete e in TV hanno rimesso i riflettori sulle filiere produttive sporche che accomunano due facce del sistema moda
Tra brand di lusso e fast fashion, di chi possiamo fidarci? Risposta breve: di nessuno. Chi si interessa di moda sostenibile, di queste cose ne ha già sentito parlare in lungo e in largo, quindi, quando escono inchieste che riportano i riflettori sulle pessime pratiche del sistema moda, non possiamo che dire: finalmente qualcuno ne parla!
Le recenti inchieste sul sistema lusso
Dopo l’aumento dei dazi tra USA e Cina, è stato scoperchiato un vaso di Pandora a proposito della filiera produttiva dei beni di lusso, come viene bene messo in evidenza i questo reel che vi lascio qui di seguito.
Finché però le cose sono geograficamente lontane dagli occhi, sono anche lontane da quello che noi consideriamo importante. Le cose cambiano se ci avviciniamo a casa. Report ha realizzato un’inchiesta a proposito della filiera produttiva di grandi brand del lusso, come Gucci, Dior, Armani, svelando dei retroscena inquietanti.
Le indagini di Report
Il 25 maggio è andato in onda un servizio di Report su Rai 3 (che potete visionare su Ray Play) in cui i giornalisti hanno provato a tracciare una filiera del sistema lusso dai risvolti, se non tragici, quanto meno tristi e sconfortanti per il panorama dell’artigianalità italiana.
Di seguito vi lascio un paio di estratti significativi che vi invito a visionare per avere un’idea dell’argomento:
Filiere lunghe, filiere opache
Più lunga è la filiera, più è difficile tracciarla, è questo è un fatto. Lo sappiamo per il fast fashion, che realizza magliette del valore di centesimi dall’altra parte del mondo, ma quando si vede che i grandi marchi del lusso fanno pagare cifre a tre zeri per prodotti che vengono pagati €20/€40 ai fornitori e che questi fornitori non sono dall’altra parte del mondo, ma ce li abbiamo qui, dietro casa, in un paese dove dovrebbe esistere una tutela del lavoro… cadono davvero le braccia.
Quindi, la domanda che sorge spontanea è:
se un accessorio di lusso vale €50, quando in negozio ne pago €2500, in realtà cosa sto davvero pagando?
Quindi, qual è la soluzione?
La soluzione è più semplice di quello che si pensa, ma è scomoda: comprare meno, comprare meglio, da piccoli produttori e piccoli brand che hanno il controllo di tutta la loro filiera. Sanno da chi acquistano le materie prime, sanno chi confeziona i capi, sanno chi li disegna e sanno chi li imbusta e li distribuisce. Realtà che spesso non hanno la forza comunicativa dei grandi colossi del lusso e del fast fashion e che quindi devono essere scovati. Ecco perché acquisti di questo tipo sono scomodi: perché sono più difficili. Ci costringono a pensarci su.
Consapevoli del fatto che i beni di consumo di 30, 40 anni fa erano realizzati in modo completamente diverso, che c’era più attenzione, che le materie prime erano differenti, se siamo delle inguaribili fan dei marchi del lusso, possiamo rivolgerci ad un serio mercato del vintage, in cui si possono trovare capolavori a prezzi più accessibili e di fattura ottima.
Sarò ingenua, ma credo che il mercato si evolva anche sulla base delle scelte dei consumatori. Se cambiamo le nostre abitudini di consumo, le aziende devono per forza adeguarsi. Finché invece continuiamo a fare il loro gioco, non ne veniamo fuori.
Cosa ne pensate?
Le rubrichette di un’Amore di Armadio
📚 Libri sul mio comodino (presi in biblioteca)
“Geografia di un dolore perfetto” e “Eppure cadiamo felici” di E. Galiano. E con questo, li ho letti tutti tranne l’ultimo appena uscito, che sto aspettando in biblioteca!
🎬 Film
Conclave, con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Sergio Castellitto e sSabella Rossellini. Direi da vedere, se non altro per la precisa replica di quello che succede in questa rara occasione.
🎯Traguardi raggiunti
Correre 7,5 km in 55 minuti… vedo vicino l’obiettivo degli 8km in un’ora! E il meglio è che non ero nemmeno stanchissima… quindi il nuovo obiettivo sono 10 km! Ce la farò? Si accettano scommesse 😜
Confesso: ODIO CORRERE, dimmi di fare trekking una giornata intera e non ho problemi ma con la corsa dopo cinque minuti sono già stanca morta. Detto ciò amo i vestiti ma negli anni ho modificato il mio rapporto con loro e le abitudini di acquisto. Cerco di acquistare quando necessario con capi che durano, certo ogni tanto cedo al fast fashion -8aiutano sempre a far quadrare i conti) ma poi le uso tantissimo che non mi sento in colpa.
Belli questi spunti di riflessione. Guardando Instagram mi viene sempre voglia di comprare qualcosa di nuovo , poi oggi ho fatto il cambio stagione e mi sono resa conto che sono strapiena di vestiti .. e’ vero a conte si ha voglia di cambiare, lo stile evolve nel corso degli anni, ma essere consapevoli e tutelare il lavoro di tutti è un dovere etico. Se puoi condividere qualche produttore o mercato vintage e’ apprezzato .